Personalità carismatica, protagonista della vita politica e intellettuale di Trieste, Manlio Cecovini è stato giurista, magistrato e successivamente Avvocato dello Stato, pittore e appassionato di scherma. Persona di vasta cultura, è stato un massone di grande impegno e prestigio.
Nato a Trieste nel 1914, Manlio Cecovini ha conseguito la maturità classica e si è laureato in Giurisprudenza. Magistrato e Avvocato dello Stato, nei nove anni di Amministrazione Alleata a Trieste ha svolto le funzioni di consulente legale del Governo Militare Alleato. Fondatore e leader storico del movimento autonomista “Lista per Trieste”, è stato sindaco della città dal 1978 al 1983, membro del primo Parlamento Europeo (1979-1984) e consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia. Ha fondato l’Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, di cui è stato a lungo presidente.
Saggista e romanziere, ha scritto oltre una quarantina di libri. Nel 1986, in occasione del cinquantenario dell’annessione di Trieste all’Italia, ha firmato “Del patriottismo di Trieste. Discorso di un triestino agli italiani”, impegnandosi profondamente in difesa degli interessi di Trieste con l’obiettivo di restituire alla città, troppo spesso emarginata dai grandi flussi della storia, la sua funzione di cerniera nel collegamento dell’Europa comunitaria con il Mediterraneo e – oltre Suez – con l’oriente.
Iniziato nel 1949 alla massoneria del Grande Oriente d’Italia ne divenne Gran Maestro Onorario. Cooptato nel 1952 al IV grado del Rito Scozzese nel 1967 divenne membro effettivo del Supremo Consiglio e ricoprì la carica di Sovrano Gran Commendatore dal 1977 al 1986.
Ricordo di Manlio Cecovini
Manlio Cecovini è stato con la sua personalità carismatica un protagonista della vita politica e intellettuale di Trieste.
Giurista di grande spessore, Avvocato dello Stato, valoroso ufficiale nella seconda guerra mondiale, consulente giuridico del Governo Militare Alleato, Sindaco di Trieste, europarlamentare. L'attività sportiva da ottimo schermitore e quella di artista - pittore e disegnatore efficace, Cecovini mentre parlava al telefono con la mano libera buttava giù su foglietti volanti degli schizzetti - sono state due sue grandi passioni e soprattutto avrebbe voluto essere ricordato come pittore.
Persona di vasta cultura è stato un massone che ha sempre dichiarato la sua appartenenza a viso aperto, un massone di grande impegno e prestigio, all'interno e all'esterno dell'Istituzione, tanto da ottenere il riconoscimento di Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia. Era entrato in Massoneria secondo un'illustre tradizione triestina - è lo stesso Cecovini a scriverlo - e ne è stato un membro attivo a livello locale, nazionale e internazionale. Visse gli anni complicati della ricostituzione della Massoneria in Italia e a Trieste in momenti particolarmente difficili: per la città, staccata dalla Patria e sottoposta a un governo militare alleato, dove le tensioni politiche e sociali erano molto forti. Visse momenti altrettanto difficili dell'Istituzione nel decennio 1979-1989 guidando con mano sicura il Rito Scozzese Antico ed Accettato attraverso il ciclone della P2. Quale riconoscimento dell'opera svolta in favore della Massoneria e del Rito Scozzese in particolare e quale riconoscimento dei grandi meriti acquisiti il Supremo Consiglio del Rito decise di conferirgli la qualifica di Sovrano Gran Commendatore Onorario Ad Vitam e la onorificenza di Cavaliere di Gran Croce Membro della Corte d'Onore del Rito Scozzese.
Si era sempre interessato di cultura e di politica liberale soprattutto in difesa degli interessi di Trieste. Attivo nel nascente Circolo della Cultura e delle Arti, quello presieduto da Giani Stuparich, e formato dai maggiori esponenti della Trieste intellettuale di allora, stabili importanti legami con esponenti della cultura come Stelio Crise, Bruno Maier e il poeta Biagio Marin, al quale lo legò un forte sodalizio durato una vita e fondato su profonda, reciproca stima.
Dopo esser stato consigliere comunale, nel 1976 fu tra i fondatori della Lista per Trieste, il movimento autonomista italiano, più noto fuori Trieste come "Il Melone".
Saggista e soprattutto maestro di vita e di idee, Cecovini è stato uno scrittore come ce ne sono pochi, dotato di grande forza interiore che «ha sempre avuto nel lungo e complesso percorso esistenziale un modo particolare di affacciarsi alla vita, un modo che andava subito all'essenza delle cose che non fissava mai lo sguardo sull'episodico e sul contingente». Ha saputo, infatti, mantenersi radicato nella sfera dell'essere con le radici ben piantate nel terreno, come "L'Albero che non deve morire" dal titolo simbolico di un suo romanzo, traendo linfa per vivere e operare nel mondo della storia e della politica. Nel frattempo ha saputo trarre forza dai suoi pensieri e dalle sue meditazioni sulle quali amava soffermarsi, quasi nella ricerca di un continuo affinamento. Le sue frasi, i suoi aforismi ironici, a volte inquietanti o rassicuranti, lasciavano traccia in chi lo ascoltava o lo leggeva.
Ha saputo, anche, precorrere i tempi, fin da quando nel lontano 1968 ha scritto e pubblicato "Del patriottismo di Trieste. Discorso di un triestino agli italiani". Ciò avveniva nel cinquantenario dell'annessione di Trieste all'Italia. Era un "cahier de dolèances" come lo definì l'autore stesso destinato agli "italiani dell'altra sponda". Fu uno scritto fuori dal coro ed ebbe un grande successo, esaurita in breve tempo la prima edizione se ne fece subito una seconda e, come scrisse allora Mario Soldati, dovrebbe essere letto da ogni italiano e adottato nelle scuole.
Muovendosi con estrema coerenza su questa linea ha svolto un'intensa attività in difesa degli interessi di Trieste "città italiana e porto internazionale"; nel primo Parlamento europeo è riuscito, tra l'altro, a far approvare il suo "Progetto Trieste" per restituire alla città, troppo spesso emarginata dai grandi flussi della storia, la sua funzione di cerniera terra-mare nel collegamento dell'Europa comunitaria con il Mediterraneo (e l'oltre Suez). E di questa storia ha narrato nel suo ultimo libro "Il romanzo di Trieste", uscito nel 2005 e distribuito ai membri del nostro Parlamento e di quello europeo.
Da scrittore, e come tale diceva di voler essere ricordato, ha pubblicato oltre una quarantina di libri, sia di narrativa (romanzi e racconti) che di saggistica. In queste sue opere non mancano i riferimenti espliciti alla storia e ai principi fondamentali della Libera Muratoria, ed anche alla sua personale esperienza. I volumi "Testimone del Caos", "Nottole ad Atene" e il "Carteggio Scazonte" ne sono alcuni esempi nei quali emerge tutta la sua attenzione ai grandi problemi della cultura, dello spirito, della comprensione e del riconoscimento dell'altro attraverso la conoscenza. Di lui è stato scritto: "La sua lucida intelligenza è alla base della sua personale, chiara visione storica e filosofica, che si configura come una "recherche" durata tutta la vita".
Personalità caratterizzata da una natura logica e razionale, tendente a enucleare il centro dei problemi e a risolverli in modo persuasivo è stato un leader politico, ma soprattutto un uomo di alta e vasta cultura, di apertura e di proiezione europea, come si evidenzia nel suo carteggio, che ha voluto definire "scazonte", con lo scrittore e intellettuale sloveno Alojz Rebula. Nell'amore per i libri, sia nello scriverli ma anche nel comporli e nel pubblicarli, nel desiderio di legare il suo nome a istituzioni culturali come l'Istituto Giuliano di Storia e Documentazione, egli ha saputo rispecchiare alla perfezione quella che è stata, nel suo profilo più alto, la forma più importante della tradizione culturale giuliana.
L'intera sua opera costituisce oggi la grande eredità che ha lasciato e che dovrà essere valorizzata con adeguate iniziative che ne favoriscano lo studio e la lettura, e potranno essere un valido punto di riferimento per chi sia coinvolto in una personale ricerca, che sia ricerca di conoscenza, come lui stesso amava precisare.
In un suo colloquio con un giornalista, che è diventato una quasi intervista postuma aveva fra l'altro detto: "Abbiamo la fantasia, l'immaginazione, la poesia, ma non arriveremo mai alla verità", ma ciò non esime dal continuare a cercarla.
Le opere di Manlio Cecovini
- L'autogoverno della Venezia Giulia: progetto di statuto, Trieste, F. Zigiotti, 1946
- Ritorno da Poggio Boschetto, Firenze, La Voce, 1954
- La rotta del sole, Udine, Del Bianco, 1960
- Farina fina e altri racconti, Milano, Nuova accademia, 1963
- Ponte Perati: la Julia in Grecia, Firenze, Vallecchi, 1966 e ristampa Milano, Longanesi, 1973
- Breve storia del porto industriale di Trieste, a cura del Rotary Club di Trieste, 1966
- Del patriottismo di Trieste: discorso di un triestino agli italiani nel cinquantenario della redenzione, Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1968
- Straniero in paradiso, Trieste, Lint, 1970 e ristampa Trieste, MGS Press, 1995
- I migliori di noi, Udine, La Nuova Base, 1971
- (con Dino Menichini), L'autostrada Trieste-Udine-Venezia, Trieste, Autovie Venete, 1972
- Burlesque, Trieste, Italo Svevo, 1973
- SGT Centodieci anni, Trieste, Società Ginnastica Triestina, 1973
- Per favore chiamatemi von, Trieste, Lint, 1976
- Discorso di un triestino agli italiani e altri scritti politici, Trieste, Lint, 1977
- Racconti scelti, Trieste, Lint, 1981
- Un'ipotesi per Barbara, Milano, Vallardi, 1982
- Dalla Comunità all'Unione europea, 1979-1984: interventi al Parlamento europeo, Trieste, Stella, 1984
- Longitudine ovest, Tricesimo, C. Lorenzini, 1984
- Trieste Ribelle, Milano, Sugar Co. 1985
- Dialoghi con Mascherini, 1987
- Tesi a confronto sul confine orientale: le ragioni d'un esodo, Archeografo triestino. 4. ser., vol. 48 (1988)
- Il Rotary a Trieste: 1924-1989, Editreg, 1989
- Testimone del caos, Gorizia, Istituto giuliano di storia, cultura, documentazione, 1990
- Escursioni in Elicona: scritti su Barni, Marin, Saba, Joyce, Benco, Kandler, Stendhal, Sangiglio, Alessi, Fraulini, Sanzin, Mattioni, Salam, Fitzgerald, Beckett, Trieste, Lint, 1990
- Scritti e discorsi politici, 1946-1979, Udine, Del Bianco, 1991
- Vittorio Vidali: un triestino nel mondo, Quaderni giuliani di storia, 1993, n. 1-2
- Scritti e discorsi politici (1980-1983), Udine, Del Bianco, 1993
- Nottole ad Atene, Milano, Libri Scheiwiller, 1994
- Dare e avere per Trieste: Scritti e discorsi politici (1984-1994), Udine, Del Bianco, 1995
- Assieme all'albero che deve morire, Pordenone, Zibaldone, 1996
- Refoli, Gorizia, Istituto giuliano di storia, cultura e documentazione, 1996
- Scrittori triestini del Novecento - Una cultura di frontiera, Trieste, Lint, 1997
- Due romanzi: Un seme per il corvo, Zadig, Trieste, Istituto giuliano di storia, cultura e documentazione, 1999
- Carteggio scazonte con Alojz Rebula, Provincia di Trieste, 2001
- Dizionarietto di filosofia quotidiana, Roma, Edizioni mediterranee, 2002
- Coi Sofi in paradiso: memorie di un eclettico, Trieste, MGS
- Press, 2002
- Il romanzo di Trieste. Storia di un autonomismo, Foggia, Bastogi Editrice Italiana, 2005
Altre opere su Manlio Cecovini:
- (a cura del Circolo di Studi Sociali e Filosofici, Torino) Manlio Cecovini, scrittore e uomo politico, Torino, Ispettorato Regionale del Piemonte, 1985
- Bruno Maier, Cecovini in Trieste nella cultura italiana del '900: Profili e testimonianze, Trieste, Ed. Moderna 1985.
- (a cura di Cecovini) Mario Nordio, Inviato speciale in Europa, Trieste, Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, 1992
- (prefazione di Cecovini) Ermenegildo Olenich, Non è giorno per morire, Trieste, Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, 1998
- (a cura di F. Salimbeni) Manlio Cecovini, Da Poggio Boschetto a Padriciano, Testimonianze degli amici per i suoi novant'anni, Trieste, Istituto Giuliano di Storia Cultura e Documentazione, 2004