Martedì 17 dicembre Fabio Todero, autorevole storico, ha tenuto all'antico Caffè San Marco di Trieste la conferenza dal titolo “Due fratelli triestini nella Grande guerra: Carlo e Giani Stuparich”.
Todero ha approfondito il vissuto biografico e letterario dei fratelli Stuparich, figure di spicco della cultura del Novecento. Attraverso lettere, brani e scritti memoriali, l’oratore ha tracciato il percorso che li condusse dall’arruolamento volontario nell’esercito italiano al tragico epilogo della loro esperienza bellica.
Carlo trovò la morte nel 1916 sul Monte Cengio, scegliendo di togliersi la vita per non cadere prigioniero, compiendo così un gesto che rifletteva il suo rigore morale e il desiderio di non arrendersi. Giani sopravvisse e, segnato dalla tragedia, trasformò il ricordo del fratello in una meditazione letteraria e umana sulla condizione dell’uomo in tempo di guerra.
Le opere “Colloqui con mio fratello” e “Guerra del ’15: dal taccuino di un volontario” offrono una prospettiva intima e drammatica del conflitto. Da ricordare anche il romanzo pacifista “Ritorneranno”, uscito nel 1941, in piena seconda guerra mondiale. Todero ha inoltre messo in luce la complessità delle posizioni politiche dei due fratelli, che pur sostenendo l’intervento italiano rifiutavano il nazionalismo aggressivo e l’irredentismo imperialista, preferendo una visione idealistica e critica.
L’evento è stato arricchito da aneddoti toccanti, come il rapporto dei fratelli con il carismatico Scipio Slataper e le difficoltà vissute in veste di volontari irredenti, spesso guardati con diffidenza dai commilitoni. Le parole di Giani nel diario di prigionia, dove l’ombra di Carlo rimane una presenza costante, hanno offerto una testimonianza di straordinaria intensità emotiva.
L’incontro è stata un’occasione preziosa per riscoprire due protagonisti della cultura triestina e comprendere meglio le sfide e i dilemmi vissuti da una generazione sconvolta dalla Grande guerra.
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