Martedì 21 gennaio 2025, all'Antico Caffè San Marco di Trieste, si è tenuta la prima conferenza dell'anno organizzata dall'Associazione Culturale “Società Internazionale di Divulgazione Manlio Cecovini per gli studi storici sociali ed etici”.
L'incontro, parte della rassegna dei "Terzi martedì del mese", ha visto come protagonista
Stefano Santoro, professore associato di Storia dell’Europa Orientale presso l’Università di Trieste e direttore scientifico della rivista
Qualestoria. Santoro ha offerto un approfondimento sulla figura di Nicolae Iorga, storico, intellettuale e politico romeno di straordinaria rilevanza.
Un ritratto complesso: Nicolae Iorga tra cultura e politica
Santoro ha delineato il profilo poliedrico di Nicolae Iorga (1871-1940), un uomo dalla vastissima produzione culturale – autore di circa 1.300 libri e oltre 10.000 articoli – e dal profondo impegno politico. Nato in Moldavia, in una famiglia di spicco, Iorga si distinse fin da giovanissimo per le sue capacità intellettuali. La sua carriera accademica lo portò a esplorare molteplici ambiti disciplinari, dalla storia alla letteratura, dalla linguistica al teatro.
Santoro ha evidenziato come Iorga sia stato un fervente nazionalista e patriota, ma anche una figura controversa per le sue posizioni antisemite. Durante il periodo interbellico, fu un avversario della Guardia di Ferro – il movimento ultranazionalista e antisemita romeno – pur mantenendo posizioni politiche conservatrici. Questo dualismo lo rese oggetto di critiche da parte degli estremisti che lo accusarono di tradire la causa nazionale.
I rapporti con l’Italia e il ruolo nella diplomazia culturale
Un aspetto centrale della conferenza è stato il rapporto privilegiato che Iorga intrattenne con l’Italia. Santoro ha descritto come lo storico romeno fosse affascinato dalla cultura italiana e dal fascismo mussoliniano, pur rifiutando le imitazioni locali del modello fascista. Iorga considerava Mussolini un uomo capace di preservare la tradizione italiana, mentre disprezzava Hitler per il suo radicalismo rivoluzionario e paganesimo.
Iorga fu promotore di una diplomazia culturale che rafforzò i legami tra Romania e Italia. Fondò istituzioni come l’Istituto Romeno di Venezia e l’Accademia di Romania a Roma, che ancora oggi rappresentano punti di riferimento per la promozione della cultura romena all’estero.
Un’eredità complessa
La parabola politica e intellettuale di Iorga si concluse tragicamente nel 1940 con il suo assassinio per mano dei Legionari della Guardia di Ferro. Tuttavia, la sua figura è stata successivamente rivalutata sia dal regime comunista romeno – che ne apprezzò il nazionalismo – sia dagli ambienti culturali post-comunisti.
La conferenza ha offerto una riflessione profonda sulla complessità storica e politica del personaggio, evidenziando come le sue contraddizioni rispecchino le tensioni dell’Europa centro-orientale del XX secolo. Il pubblico presente ha partecipato attivamente con domande che hanno ulteriormente arricchito il dibattito.
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