Martedì 19 marzo, nell’ambito del ciclo di conferenze promosso dalla "Società Internazionale di divulgazione Manlio Cecovini per gli studi storici sociali ed etici", si è tenuto un incontro dal titolo
Dal console Burton alla baronessa Economo. Tracce di Teosofia nelle biografie di famiglie della borghesia triestina dalla fine dell'Ottocento al secondo dopoguerra”. Relatrice della serata è stata Marina Silvestri, giornalista e scrittrice, da anni impegnata nello studio delle biografie e della storia culturale con particolare attenzione a quella dell’Alto Adriatico.
Silvestri ha ricostruito il legame tra Trieste e la Teosofia, disciplina spirituale e filosofica che trovò terreno fertile nella città asburgica grazie alla sua apertura cosmopolita e all’interesse diffuso per l’occulto e la dimensione esoterica. Partendo dalla figura del console britannico Sir Richard Francis Burton, orientalista e appassionato di studi esoterici, la relatrice ha mostrato come Trieste, a cavallo tra Ottocento e Novecento, divenne un nodo fondamentale nei collegamenti tra l’Europa e l’India, patria della Società Teosofica fondata da Helena Blavatsky.
Il percorso tracciato ha messo in luce la presenza di salotti e circoli culturali in cui si intrecciavano teosofia, spiritismo, istanze sociali e sperimentazioni artistiche. Particolare attenzione è stata riservata alla figura di Isabel Burton, moglie del console, attiva nella difesa degli animali e nella promozione culturale, nonché a personalità come Alexander Grant Greenham, promotore della prima sede triestina della Società Teosofica nel 1908, e Rudolf Steiner, che nel 1911 tenne una conferenza presso il Circolo Schiller.
Silvestri ha evidenziato come, accanto all’interesse per lo spiritismo e le dottrine orientali, si svilupparono a Trieste precoci forme di protezione animale e sensibilità vegetariana, radicate nella visione di una fratellanza universale e giustificate dalla fede dei teosofi nella reincarnazione. Questo legame ideale e pratico proseguirà fino al secondo dopoguerra con figure come la baronessa Maria Nora Economo, fondatrice nel 1960 del rifugio ASTAD per animali abbandonati.
L’incontro ha permesso di riscoprire un aspetto poco noto della storia cittadina, sottolineando come la cultura teosofica e l’esoterismo abbiano contribuito a delineare un ambiente triestino vivace e aperto, in grado di connettere spiritualità, scienza e impegno sociale.
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