Ieri sera, all’Antico Caffè San Marco di Trieste, si è svolta la conferenza "Il dialogo, il conflitto, la contraddizione: vita di Scipio Slataper", organizzata dall’Associazione culturale “Società Internazionale di divulgazione Manlio Cecovini per gli studi storici sociali ed etici”. L’incontro ha visto come relatore Luca Zorzenon, Presidente del Centro Studi Scipio Slataper, che ha offerto un’analisi profonda e articolata dello scrittore triestino e del contesto culturale in cui operò.
Un intellettuale tra irredentismo culturale e modernità
Zorzenon ha dedicato ampio spazio alla visione innovativa di Scipio Slataper (1888-1915), che si distingue nel panorama dell’irredentismo tradizionale per la sua scelta di promuovere un irredentismo culturale. Questa visione privilegia il dialogo tra culture, specialmente tra la componente italiana e quella slovena, superando le retoriche nazionalistiche e immaginando una città capace di integrarsi in una dimensione multinazionale ed europea.
Slataper critica con fermezza il ristagno politico e culturale della Trieste della sua epoca, ne denuncia le contraddizioni e invita i concittadini a spezzare le catene dell’inerzia intellettuale per diventare un modello di modernità.
Nell’ottica slataperiana il conflitto e la contraddizione sono strumenti fondamentali per comprendere e trasformare la realtà. La modernità è un tempo segnato da tensioni irrisolte tra economia e cultura, natura e urbanizzazione, identità nazionali e pluralismo: un terreno fertile per una riflessione critica e un impegno attivo.
Il mio Carso: un capolavoro tra autobiografia e modernità
Zorzenon ha dedicato particolare attenzione a "Il mio Carso", l’opera più celebre di Slataper, che rappresenta una sintesi magistrale delle sue pulsioni interiori. Questo testo poliedrico, difficilmente inquadrabile in un genere letterario specifico, unisce autobiografia, impressionismo e riflessione filosofica.
Attraverso "Il mio Carso", Slataper esplora il rapporto tra l’individuo e il mondo moderno, affrontando il tema del conflitto interiore e della frammentazione della vita contemporanea. L’opera riflette una tensione costante tra il desiderio di un ordine universale e la consapevolezza delle contraddizioni insanabili della modernità. È un testo che, come ha sottolineato Zorzenon, invita il lettore a interrogarsi sul significato della propria esistenza e sul ruolo dell’arte nella costruzione di senso.
La serata si è conclusa con una stimolante riflessione sul concetto di classico: Zorzenon ha ricordato come i classici, tra cui Slataper, non forniscano risposte al presente, ma continuino a porre domande capaci di stimolare la coscienza collettiva e il pensiero critico.
L’evento ha confermato il ruolo centrale dell’Associazione nel promuovere il dibattito culturale e storico, offrendo ai partecipanti un’occasione per riscoprire un protagonista della modernità e riflettere sulla sua eredità intellettuale.
Guarda la gallery