Nelle suggestive stanze dal soffitto a volta della Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich a Trieste, nel pomeriggio del 20 dicembre si è svolta la presentazione del libro di Michele Valente, "L'alabarda e il compasso. La rinascita della massoneria a Trieste (1947-1954)”, primo volume della collana editoriale "Storia, etica e società" promossa dalla Società Internazionale di Divulgazione Manlio Cecovini per gli Studi Storici Sociali ed Etici. L’evento è stato organizzato dall’Associazione grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il supporto dell’Associazione Cultura e Libertà.
Il libro esplora la complessa rinascita della massoneria triestina nel secondo dopoguerra, in un contesto segnato dal crollo del fascismo, dall'occupazione nazista e dall'incertezza del Territorio Libero di Trieste. Il testo di Valente ricostruisce il delicato ruolo delle logge nella difesa dell'identità italiana di Trieste nel quadro delle forti tensioni politiche e sociali di allora.
Tramite documenti inediti, l’autore mette in luce la funzione della massoneria nel contrastare le pressioni jugoslave e nell’agevolare la riunificazione del centro adriatico con l'Italia, avvenuta nel 1954. Soprattutto il Rito Scozzese Antico ed Accettato ha agito in tale direzione, grazie a figure influenti come Marino Lapenna.
Nel corso della presentazione è stato sottolineato il nesso tra le officine e altre istituzioni locali, quali la Lega Nazionale e l'Università Popolare, fornendo un quadro più ampio delle dinamiche sociali e culturali del territorio.
La discussione ha toccato anche il significato più ampio della libera muratoria italiana ed evidenziato come essa abbia preservato tradizioni iniziatiche e valori umanitari durante il Risorgimento, il ventennio fascista e la fase post-bellica. Fondamentale è stato il suo contributo alla resistenza culturale e alla lotta per l'italianità del porto giuliano.
La presentazione si è conclusa con un caloroso omaggio a Michele Valente, il cui lavoro rappresenta un contributo ineludibile per la memoria storica di Trieste. "L'alabarda e il compasso" ne riafferma il legame profondo con la massoneria.
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