Focus: la leggenda nera di Maria Montessori

19 marzo 2024
Martedì 19 marzo si è tenuto il quarto appuntamento della rassegna di incontri organizzata dall'Associazione culturale “Società internazionale di divulgazione Manlio Cecovini per gli studi storici sociali ed etici”.

Ospite di giornata Andrea Dessardo, docente di Storia della pedagogia e di Letteratura per l'infanzia all'Università Europea di Roma, che ha approfondito un aspetto molto importante della figura di Maria Montessori, ovvero la "leggenda nera" che fiorì attorno a lei e che fu alla base delle tante riserve espresse nei suoi confronti nell'Italia del '900.

Dessardo ha ripercorso le tappe biografiche principali della Montessori, fondamentali per capirne l'importanza. Dopo essersi laureata in medicina, formazione incoraggiata dal padre, nel 1899 si affacciò alla pedagogia e si inscrisse alla Società Teosofica, alla quale rimase legata negli anni a venire e che la accompagnò fino alla morte avvenuta in Olanda nel 1952. 

Con lo spostamento dei suoi interessi sul lato dell'educazione, conseguì nel 1904 la libera docenza e nel 1906 aprì, su incarico di Edoardo Talamo, la prima Casa dei bimbi a Roma. Qui conobbe i baroni Alice e Leopoldo Franchetti che la incoraggiarono a mettere per iscritto quella che poi sarebbe divenuta la prima edizione del suo celebre Metodo. Il successo fu immediato e velocissimo, sia in Italia che all'estero, e attraversò tutte le classi politiche che occupavano ruoli di potere: da figure eminenti della massoneria (tra cui il sindaco di Roma Ernesto Nathan) ai positivisti, dai modernisti cattolici fino ai fascisti che inizialmente la sostennero salvo poi osteggiarla fino a costringerla ad abbandonare l'Italia nel 1934. 

Trasferitasi in India ospite della Società Teosofica, dalla teosofia Montessori trasse alcune intuizioni per le sue ultime opere, tra cui il concetto chiave di “educazione cosmica”.  

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