Focus: La "macchina universale": Italo Calvino e i tarocchi

23 novembre 2023
La conferenza di Gianni Cimador, insegnante di Lettere presso l'Istituto Nautico di Trieste, intitolata “La ‘macchina universale’: Italo Calvino e i tarocchi”, tenutasi lunedì 21 novembre al Caffè San Marco, ha dato inizio a una serie di incontri organizzati dalla Società Internazionale di divulgazione Manlio Cecovini per gli studi storici, sociali ed etici.

Cimador ha esplorato un aspetto poco conosciuto del lavoro dello scrittore ligure: gli interessi esoterici, evidenziati dalla presenza nella sua biblioteca di numerosi libri di alchimia, magia e spiritismo.
Costantemente diviso tra un razionalismo di stampo illuminista, visibile anche nel controllo maniacale della forma, e una critica lucida dei limiti della ragione, Calvino  nutriva la convinzione di poter costruire un ordine attraverso la letteratura, offrendo una mappa con cui orientarsi in una realtà difficile da dominare.

In questo contesto i tarocchi, che rientravano nella passione di Calvino per gli emblemi, assumevano un ruolo significativo nella sua narrazione, specialmente nel periodo compreso tra il 1969 e il 1973, quando furono pubblicati capolavori come "Il castello dei destini incrociati" e "Le città invisibili".

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