Martedì 18 febbraio, nell'ambito degli incontri mensili promossi dalla "Società Internazionale di divulgazione Manlio Cecovini per gli studi storici sociali ed etici", si è tenuta una conferenza dedicata alla figura di Giorgio Reiss Romoli, medico triestino, ebreo e filo-italiano. Relatrice della serata è stata Annalisa Giovannini, archeologa e conservatrice presso i Civici Musei di Cervignano del Friuli e Romans d'Isonzo, che ha illustrato con rigore e passione il percorso biografico di Reiss Romoli, ricostruendone le vicende attraverso documenti e testimonianze storiche.
La scoperta del personaggio è avvenuta grazie allo studio condotto da Giovannini sul Cimitero degli Eroi di Aquileia, luogo simbolico della memoria del primo conflitto mondiale. L'archeologa ha analizzato le tombe e i reperti dei caduti, ponendo particolare attenzione a Reiss Romoli, la cui storia si è rivelata emblematica della complessità del periodo storico in cui visse.
Nato a Trieste, egli frequentò il Liceo ginnasio comunale, poi diventato Liceo Dante Alighieri, e proseguì gli studi in medicina presso l'Università di Vienna. Laureatosi, venne arruolato come ufficiale medico nell'esercito austro-ungarico e inviato sul fronte della Galizia. Nel corso del conflitto, si distinse per l'umanità, la dedizione e la cura dei feriti, fino a quando, catturato dai russi, venne internato in Siberia. Accettò di arruolarsi nel Regio esercito italiano e si unì ai Granatieri di Sardegna, lo stesso reparto in cui combatteva il fratello Guglielmo.
In qualità di tenente medico, Reiss Romoli operò instancabilmente nei reparti di primo soccorso, spesso in condizioni proibitive. Era incaricato di stabilire in modo rapido la gravità delle ferite e assegnare ai soldati un codice di priorità per le cure, segnandoli con cartellini attaccati ai bottoni della divisa. La sua capacità di valutare con lucidità le condizioni dei feriti e il suo impegno nel salvare vite lo resero una figura rispettata e amata tra i commilitoni.
La relatrice ha evidenziato il profondo legame tra i due fratelli e il loro rapporto con altri esponenti del movimento irredentista, come Carlo e Giani Stuparich e Guido Zanetti. La conferenza ha ripercorso le fasi salienti della vita di Reiss Romoli, fino al 24 maggio 1917, quando, durante un'offensiva sul Carso, uscì dal riparo per soccorrere il fratello ferito e venne colpito a morte. Il suo corpo fu sepolto a Case Bonetti, poi traslato nel Cimitero degli Eroi di Aquileia e infine, per volontà della madre, nel cimitero ebraico di Trieste.
L'evento ha permesso di approfondire non solo la figura di Giorgio Reiss Romoli, ma anche il ruolo dell'archeologia della grande guerra nella valorizzazione della memoria storica. La narrazione della Giovannini ha restituito al pubblico l'immagine di un uomo mosso da ideali e da un forte senso del dovere, il cui sacrificio si inserisce nel più ampio contesto della "generazione perduta" del 1914-18.
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